La vita corre veloce. Come la brezza di terra al mare dopo la metà di settembre. E io adoro che mi spettini i capelli e li lasci liberi sempre in un modo che mi faccio piacere.
Adoro il rosso dei costumi, il rosso del tramonto e il rosso delle copertine dei dischi. Che ascolto, che fotografo, che immagino. Con i quali mi commuovo.
Odio le forzature, le punteggiature. Odio aspettare, odio avere certezze e da quelle farmi condurre l’esistenza.
Resisto negli abiti scollati ma sempre senza tacchi, a piedi nudi ogni volta che posso, scalza a passeggio nella mia vita e in quella degli altri. Magari con un sottofondo di una musica antica, popolare, tradizionale.
Vorrei vivere sugli alberi, sui rami, nei tronchi delle foreste secolari per sfuggire al ‘già visto’ e per ascoltare i suoni che nessun altro ha ascoltato ancora. Quelli della notte che incute rispetto e che sa proteggere dalle brutture del mondo.
Amo capire degli uomini e delle donne le storie che molti rifiutano. Adoro ascoltarne le parole, riflettere sul colore dei capelli grigi di chi ha esperienza, adoro vestire l’adrenalina di chi esce dal camerino e diventa qualcun altro.
Adoro riflettere più del dovuto ma solo quando non lavoro.
Amo incastrare i pensieri e le costruzioni. Adoro i Lego, Picasso, i grattacieli di New York ed in quelle buffe, incredibili geometrie, vivo senza trucco e senza inganno la mia femminilità come se dovessi restare l’unica sulla terra a farlo.
Amo l’odore dei libri, il profumo dei capelli di mia figlia, le lenzuola di una camera accogliente con una finestra affacciata sul mare. Amo l’estate. Ma l’autunno mi somiglia di più.
Sogno Le foto di Herb Ritts e Ansel Adams. E nel sognarle guardo negli occhi le persone perché è lì che so che troverò delle risposte. Nel loro modo di porsi, gesticolare, amarsi, camminare.
Mi chiamo Chiara.
E sono una fotografa.